martedì 30 giugno 2015

Occhi chiusi per vedere

Non sarebbe possibile vivere senza sogni. 
Eppure vi sono luoghi, cose o persone che paiono sogni solo quando, lontani da loro, chiudiamo gli occhi e viaggiamo con l’anima, spaziando sul cielo tormentato della nostra mente. 
Il mese di Giugno, anche per quest’anno, sta volgendo al termine allungando le sue spighe agitate dal vento come mani che ci salutano tutte insieme. 
Il mese di Luglio, con il suo sole accecante, si sta aprendo davanti a noi. 
Questo insieme di giorni, che vorrei durassero anni, scivolano via troppo velocemente. 
Apro gli occhi al nuovo giorno e in lampo di luce, questo sta già per chiudersi lasciando scivolare l’ombra della notte che maledetta sia sempre, muove gli animi, smuove i pensieri, soffoca i sorrisi e genera tiepide e salate gocce d’acqua chiamate lacrime. 
Ho un solo modo per soffocare la notte………sognare il giorno. 
Ed è qui che si aprono di fronte a me i mille scenari di un mondo che non smette mai di stupirmi. 
Ed è in questa notte calda, fatta di sigari fumati in sala, di penombre, di silenzi interrotti da suoni di un altro mondo che dorme, è in questa notte che chiudendo gli occhi vedo tutto ciò che ad occhi aperti forse, non sono mai riuscito a vedere. 
In quel punto la strada fa una curva, sembra affacciarsi sul nulla, io rallento, attacco la freccia di destra, lascio l’asfalto e lentamente rallento sino a fermarmi sul bordo della strada. 
Scendo dalla moto, mi tolgo il casco, lasciando che il vento caldo asciughi il sudore della mia fronte e di quella parte di me ormai priva di “lana”, la nuca. 
Lancio gli occhi giù verso la valle e pare che un pittore abbia disegnato una tela meravigliosa utilizzando solo due colori, il giallo ed il viola. 
Rettangoli infiniti si intersecano fra loro, come un tessuto di Missoni. 
Un rumore di fondo, continuo, devastante nel suo essere quasi impercettibile, entra nel mio orecchio, si insinua all’interno di esso e mi regala il senso di una vita, di un piccolo mondo alato, che vive e aiutano noi a vivere senza mai chiederci nulla in cambio. 
Migliaia di Api, senza fretta ma senza mai fermarsi, lavorano su quella tela profumata. 
Ne prelevano il nettare, ne trasportano il polline e così, senza saperlo, spostano il mondo, trasportano la vita da un luogo ad un altro. 
Loro, così minuscole, a volte quasi invisibili, fanno per noi ed il nostro mondo molto di più di quanto noi, così grandi e grandiosi, mai sapremmo fare. 
Respiro quell’aria tersa, ruoto il capo verso destra, cercando, quasi per interrompere il sogno un punto che al pittore sia venuto male. 
Non trovo nulla di fuori posto, tolto me stesso, che su quella tela non mi ci trovo…. 
Vorrei farne parte, vorrei essere minuscolo ed invisibile come una di quelle Api, vorrei essere quel Geco abbarbicato sulla parete all’ombra della grondaia, vorrei essere quella volpe che ci venne a trovare l’anno passato e quasi si faceva accarezzare, vorrei essere un po’ di quel colore che rende il mondo così bello, vorrei essere una ventata di quel profumo inebriante, vorrei essere ciò che non sono, ma sono ciò che sono, e null’altro posso fare se non cercare di essere di tanto in tanto un po’ migliore. 
Magari ci riuscissi……….. 
Mi siedo in terra, su un terreno che pare arido tante sono le rocce che dormono da secoli in esso. 
Guardo lontano e penso a quanto ogni punto, ogni fotogramma penetrato nei miei occhi sia unico. 
Unico come forse ognuno di noi. 
Unico e raro come ogni pensiero immaginato, ogni parola sentita, ogni volto incontrato. 
Unico e raro come ciò che abbiamo nel cuore. 
Unico e raro come chi si sa accettare, sa lottare, sa guardare avanti lanciando se stesso e tutta la forza che c’è in noi, oltre. 
Ci sono occasioni in cui vorrei poter dimenticare. Ma nel farlo potrebbe succedere di dimenticare qualcosa di bello, di unico, di raro. 
Ecco allora che forse è bene non farlo, mai dimenticare, meglio filtrare ! 
Lasciare che solo le cose più uniche riaffiorino in questa lunga notte di sigari e penombre, lasciare che quei profumi, quel sole, quel vento, quel dipinto siano le immagini che proiettate all’interno delle palpebre, realizzino un nuovo, unico e raro film. 
"Non dormivi stanotte” mi sussurra Gisella stamane. 
 Ho visto un film, rispondo io. Era girato in Provenza, su una valle completamente ricoperta di campi di grano e lavanda. Le Api lavoravano come forsennate, ed il vento portava il suono dello sbattere delle ali sino a me.
 “Ma non ho sentito accendere la televisione…..” stupita mi controbatte Gisella.
Io sorrido………chiudo gli occhi e sorrido. 
Mai mollare, mai dimenticare e forse neppure mai dormire…….solo sognare.

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