mercoledì 4 febbraio 2015

Rivivere...per vivere una volta ancora

Agosto 2006, ore 9 del giorno 4. 
Le ruote iniziano finalmente a roteare e con esse, noi ci muoviamo. 
Una nebbia quasi autunnale inumidisce la visiera del casco, filtra attraverso il colletto della giacca da moto, si insinua sulla pelle e fa nascere qualche brivido. 
Non saprò mai se quei brividi fossero causati dal freddo o dall'emozione di essere in quel luogo. 
Avevamo studianto per settimane l'itinerario, chilometro dopo chilometro sapevamo a memoria cosa la strada ci avrebbe riservato. 
Percorriamo i primi 500 metri di strada e troviamo il primo bivio di quel viaggio. 
Notiamo come altre persone avessero scelto di dirigersi a sinistra, ma noi, fermi sulla destra temporeggiamo. 
Gisella apre la fedele cartina stradale, scruta il paesaggio cercando spunti nella nebbia, ruota il capo a destra e poi a sinistra, segue con lo sguardo la carovana di persone dirigersi a sinistra e sentienzia........noi dobbiamo andare a destra, quelli non sanno la strada evidentemente ! 
Inserisco la prima marcia, lascio delicatamente la frizione, accellero ed il viaggio ha inizio. 
Passano altri 500 metri e la strada diventa sterrata..........primo dubbio. 
Gisella, dal casco mi sussurra " strano.....non avevo letto che l'asfalto sarebbe finito così in fretta "
Proseguiamo, siamo soli su quella strada............secondo dubbio. 
La strada, adagiata sul bordo della montagana che scende verso il mare, costeggia quest'ultimo tenendolo a destra. 
Gisella, un pò meno sottovoce, dice " strano.....mi aspettavo che la strada salisse verso la montagna lasciandoci il mare alle spalle.......terzo dubbio. 
E come dice il detto, tre sospetti generano una certezza....avevamo sbagliato strada ! 
Inverto il senso di marcia e ricomincio il racconto....Il viaggio inizia adesso !! 
Torniamo sui nostri passi, ritroviamo l'asfalto, rincorriamo tutti quei ""pirla"" che "avevano sbagliato strada" li superiamo tenendo bene il busto eretto e lo sguardo fiero, cercando di non far trasparire l'errore appena commesso. 
Un pò come chi cadendo dalla moto di fronte ad altre persone, si alza impettito e guardando la platea dice...beh ? tanto volevo fermarmi proprio quì... 
La nebbia salendo si dirada, gli occhi iniziano a scoprire quei paesaggi, quelle nuvole, quelle montagne, quel cielo che, mixato all'aria di un luogo lontano, ci fanno sentire vivi. 
Ogni istante, o per meglio dire, ogni metro di quel luogo mi sono entrati nella pelle in modo indelebile. 
Ogni battito del mio cuore nell'affrontare quelle strade li ricordo come se li avessi vissuti solo oggi. 
Ogni sguardo preoccupato di Gisella, di fronte alla strada che quasi per magia scompariva sott'acqua, lo ricordo con tenerezza. 
Ogni mio attegiamento spavaldo nel cercare di infondere sicurezza quando invece la paura per me era doppia, li sento ancora palpabili. 
Forse ero più forte, sicuramente più sicuro di me. Magari mi credevo invincibile per poi scoprire che nello scorrere della mia vita, non è stata un strada lontana a farmi crollare.
Di sicuro ero più giovane. 
I giorni passano, i chilometri percorsi aumentano. 
Quel luogo ci assorbe, ci incanta, ci strega e ci rapisce. 
Ogni punto di quella terra ha un suo essere estrema, esattamente ciò che anche forse noi inconsapevolmente siamo. 
La natura ha concentrato in uno spazio relativamente piccolo tutto ciò che di estremo e meraviglioso si possa immaginare.
Il suo essere freddo come il ghiaccio ma nel contempo ardente come la lava di un vulcano. 
Apparentemente privo di vita ma nel contempo esplosivamente pulsante. 
Un luogo mutevole e controverso sotto ogni forma, dalla morfologia al clima, dal mare alla montagna, dall'essere in grado di trasmetterti amore sino a iniettarti la paura e lo sconforto nel pensare di non farcela.
Non ho dimenticato un istante di quei giorni. 
Nonostante non riesca a ricordare i nomi dei luoghi, questo è uno dei miei mille difetti, ho in mente ogni singolo fotogramma di quell'esperienza. 
Avremmo voluto che mai finisse. Tanta era la voglia di restare che cercammo sino alla fine di rimanere ancorati a quella terra. Sino all'ultimo, sino a quando la ragione, come spesso succede, ebbe la meglio contro il cuore. 
Ma non andai via senza aver fatto una promessa.... 
Una promessa che per essere mantenuta necessita di un supporto anche dall'alto..... 
Io quì tornerò. 
Io quì tornerò con Gisella... 
Prometto di tornarci per i miei cinquant'anni !! 
Ricordo ancora come molti mi dissero " ma magari a cinquant'anni non andrai più in moto ...." 
Come mi dicevano quand'ero piccino " ogni promessa è un debito ".....ed ogni debito va saldato prima possibile. 
Non tornerò in quel luogo per i miei cinquant'anni....
bensì ne avrò quarantanove ed un pezzo....spero vada bene ugualmente... 
Ci tornerò con Gisella. 
Torneremo la dove, insieme, abbiamo vissuto, respirato e amato. 
Torneremo da quel vento che sferzava i nostri occhi, squoteva la moto e ci costringeva a ritirarci presso i rifugi posti lungo la strada. 
Attraverseremo nuovamente quei corsi d'acqua che inghiottono le strade e fanno salire la paura di non farcela. 
Mangeremo nuovamente quel pane cotto sotto terra. 
Dormiremo nuovamente sotto quel cielo di stelle. 
E non potendo fermare il tempo, un giorno, pur piantando le unghie nel terreno per non farci strappare via, torneremo a casa. 
Ma mai, per nessun motivo, senza prima aver fatto un'altra promessa.....e chissà, se questa volta riuscirò a rispettarla.. 
Mi impegnerò.....darò il massimo.....sino all'ultimo secondo....sopratutto però.....non smetterò mai di crederci !! 
 Mai mollare, Mai smettere di provarci, perchè dovesse venirti voglia di farlo, ricorda sempre:
 Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente ( Gandhi ) 
 Sciogli i tuoi ghiacci, fai scorrere i tuoi torrenti, rinvigorisci le tue cascate.... 
Noi torniamo.......aspettaci ISLANDA !!!





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