A volte capita di farlo, per Riscoprire, Riassaporare, Rivivere.
In questo Luglio indiavolato, con i nostri corpi sudati e le nostre menti proiettate a luoghi che da qui a poco raggiungeremo, aumenta la frequenza delle volte che ti senti porre, sempre, inevitabilmente la stessa domanda ....
" e quest’anno….ehhhh…….dove andate ?”
Ogni volta, ad ogni loro sguardo, noto come i miei interlocutori siano sempre di più in attesa di quella risposta d’effetto, di quel luogo lontano, immaginario, magari denso di pericoli e rischi per la vita stessa.
Ogni volta, sino ad oggi, alla mia risposta corrispondeva sempre inesorabilmente la stessa ulteriore domanda “ caspita………….e dove sarebbe ?”
Ogni volta, ancora ogni volta, avrei desiderato rispondere dicendo che se volevano conoscere le mie emozioni, i miei timori, le mie paure e le mie certezze……….sarei stato in grado di parlare per ore.
Ma ridurre il tutto ad un semplice “dove si trova” mi porta a rispondere seccamente che quando ero ragazzo avevo in camera un Atlante mondiale, liso ed ormai ingiallito perché forse appartenuto a mia sorella prima di diventare mio, mentre oggi, con un click su Internet, chiunque, persino Pinocchio potrebbe conoscere il nome della città più sperduta al mondo.
Chissà, forse sono io che non sopporto il mondo.
Sarà il mondo che mi circonda da vicino che mi va troppo stretto, sarà che tutto sommato orso sono sempre stato, ma alla fine di ogni giorno, nel mettere a fuoco ogni singolo episodio, sono più le volte che gioisco del nulla piuttosto che del troppo.
Ed è infatti il nulla che cerco disperatamente, faticando nel raggiungerlo, masticando polvere, sudore o freddo.
A volte lo trovo e quando accade, vorrei fosse per sempre.
Mentre invece, ogni volta ancora, lo devo lasciare voltandomi a guardarlo mentre mi allontano, strizzando l’occhio in segno di complicità, sussurrandogli……..” tutto sommato siamo simili……..anche io sono un nulla…….e tornerò a salutarti".
Esattamente come feci nove anni fa, seduto su una pista polverosa, scattando una foto con l’autoscatto così che sia Gisella che il sottoscritto fossimo indelebilmente legati a quel luogo.
Quella foto la porto nel cuore per altri motivi, ma sono cazzi miei.
Ed al mio interlocutore che oggi mi ha posto la fatidica prima domanda “ ehhhhhhh quest’anno….?”
Ho risposto indicando la meta che da qui a pochi giorni, cercheremo di Riscoprire.
Di nuovo…..? che noia ribatte l’ignaro ..
Il sangue inizia a bollire, sento che il caldo torrido attorno a me, gradatamente, si fa più lieve solo perché la mia temperatura interna sale.
Mi conosco, e mi rendo conto di quando sto per “decollare” per questo cerco di mitigare l’atteggiamento impulsivo, ma a volte non riesco.
Le parole mi escono dalla bocca come note di una orchestra perfettamente accordata ed inizio:
Vedi, conosco una coppia che da 26 anni, ogni anno passa quattro settimane d’estate a Laigueglia.
Ogni giorno è la fotocopia del precedente e del successivo, a meno del giorno di arrivo e del giorno della partenza. Conoscono meglio loro Laigueglia di quanto Laigueglia non conosca se stessa.
Io tornerò in posto dove puoi osservare la terra che soffia ininterrottamente da millenni, giorno e notte, dove incontri pozze d’acqua cristallina e calda sgorgare dal nulla e ti ci puoi immergere, dove le pulcinelle di mare nidificano sulle scogliere a picco sull’oceano, dove il ghiacciaio più grande d’Europa giace come un fresco lenzuolo su vulcani che ogni otto anni si risvegliano modificando la morfologia del luogo.
Torno in un posto dove puoi far cuocere il pane sotto terra, dove esiste il silenzio, dove senti il vento, dove la notte dura solo due ore e tutto il resto è vita da vivere.
Torno in un luogo ricco, ricchissimo di mille nulla diversi fra loro che messi tutti insieme fanno molto più di quanto io non abbia immaginato possibile.
Torno in un luogo dove tutto ciò che non ho citato prima, non c’è, e ti dirò di più…….ci torno apposta per quello !
Chi diede il nome a quel luogo, probabilmente se fosse stato nella penisola Ellenica, ora non si chiamerebbe Grecia, bensì Yogurtland, se fosse stato in Germania, si chiamerebbe Wurstelland, se fosse stato in Italia si chiamerebbe Pizzaland, o forse oggi, Politicicorrottiland, ma andò lassù……….in quella inospitale landa desolata, fredda e senza l’apparente vita che noi conosciamo. Ebbe talmente tanto freddo che la chiamò Iceland……….terra di ghiaccio.
Vedi caro interlocutore, quando seduto sulla ghiaia di un nulla che si immerge nell’acqua del mare e di fronte a te vedi gli iceberg che, mossi dalle onde, prendono il largo diretti là dove il sole caldo li ridurrà in vapore acqueo, quando pensi che quel ghiaccio porta con se la storia del mondo, che ha visto e vissuto ere che neppure sui libri puoi trovare traccia, ebbene…….quando ti immergi anche tu in quei pensieri, solo allora scopri di quanto valore abbiano quei cinque minuti trascorsi ad osservare quel semplice, freddo ed insignificante pezzo di ghiaccio.
Ice, ghiaccio, come quello che trasmette lo sguardo di molti di noi. Come quel rivestimento che abbiamo ormai diffusamente tutti attorno al cuore ed alla mente.
Dopo tre giorni di navigazione, quando scendi dal traghetto ed appoggi i piedi sulla terra che per soli pochi giorni sarà priva della sua coperta ghiacciata, non senti il freddo pungente dei soli 7 gradi di temperatura di oggi, non senti il vento che ti fa lacrimare gli occhi…..senti tutto il calore di un luogo dove l’uomo non è ancora riuscito a devastare.
Vedi immagini di un qualcosa che pensavi esistesse solo su un Atlante ingiallito.
Scopri che la natura può sorprenderti ben più di quanto siano in grado di farlo i migliori registi del mondo con i più sofisticati effetti cinematografici.
Quando ti prendi quei fatidici cinque minuti, spegni la moto e per una volta nella vita rendendoti conto di non essere tu il centro del mondo, spegni anche te stesso, ecco…….in quell’istante comprendi la grandezza del nulla, la potenza del silenzio e la tua immane piccolezza.
Nove notti, nove infiniti torridi momenti dove la mia mente cercherà di scappare in anticipo rispetto me.
Nove notti di cuscini bollenti, di occhi spalancati a cercare nel buio di un soffitto le immagini di allora.
I ricordi di quelle cascate, di quegli iceberg, dei rifugi lungo le piste sterrate, dei deserti di sabbia lavica.
I ricordi delle paure, con i suoi guadi impetuosi, la sabbia sotto le ruote, la pioggia ed il vento violento.
Nove notti, tanto ci separa dalla partenza caro interlocutore, e se adesso tu magari ti starai aspettando da me la stessa domanda, perché poi alla fine siamo fatti così…..poniamo una domanda solo per avere poi il palcoscenico della nostra stessa risposta, permettimi di risponderti con un francesismo………..di dove andrai tu, non me ne frega un cazzo !
Mi basta sapere che non andrai in Iceland…………..bensì con buone probabilità andrai in Discotecaland !
Nove notti, il caldo spinge forte da queste parti…….ma lassù, qualcuno che in questo momento starà osservando il sole ancora alto sull’orizzonte, sussurrerà qualcosa ed il fiato uscendo dalla bocca genererà il tipico fumo del freddo……….lo sento, lo sento sulla pelle immaginaria della mia mente……….genera benessere…….genera l’irrefrenabile voglia di partire.
Nove notti, tante quante servono per caricarmi come un elastico di una fionda pronta a scagliare lontano il sassolino.
Nove notti, mai abbastanza per tutti i miei pensieri.
Nove notti, troppe, davvero troppe perché i pensieri a volte fanno male.
Nove notti, e solo a quel punto anche il mio corpo viaggerà.
Saluti da Pizzaland
Ciao Fratello!
RispondiEliminaTemevo non riuscissi più a scrivere(ti tengo d'occhio sai!).
Leggo che siamo uniti dall'"orsismo"entrambi...io forse già dall'omofobia italicus che magari tu non hai ancora.
Ma sento che sto proprio cambiando con l'età:non ho mai
provato sentimenti di invidia o gelosia nei confronti del mio
prossimo,ma te lo devo proprio dire FORTE:in questo momento
come in quelli degli anni passati,più o meno sempre nel medesimo
periodo,nei tuoi confronti PROVO UN'INVIDIA PAZZESCA!!!!!
Fate buon viaggio e scrivete se potete,per il motivo che tu sai.
Un forte abbraccio.