Ci indica che al massimo in un ora dovremo lasciare la cabina e recarci verso le uscite, l'Islanda è ormai prossima.
Gisella ed io ci precipitiamo fuori, lei forse, ancora più precipitosamente del sottoscritto tanto era la sua voglia di fermare il moto ondoso che da tre giorni ormai la costringeva a traiettorie sinusoidali ogni volta che cercava di fare due passi.
Ci lanciamo fuori, sul ponte scoperto, per poter iniziare sin da subito a respirare aria d'Islanda ma una nebbia fitta condita da pioggia battente ci respinge all'interno.
A stento si vedono le coste del fiordo lungo il quale la nave sta navigando per raggiungere il porto di Saydisfjordur, quasi ci viene da strofinare gli occhi per mettere meglio a fuoco le immagini, ma il problema non è negli occhi, bensì da un millimetro oltre essi in poi....
Una nebbia fitta ci avvolge, anche quando ormai liberati dalle viscere della nave iniziamo finalmente a muovere le ruote e a diregerci verso la strada più importante dell'isola, la Ring Road.
Una strada che descrive quasi il periplo dell'Islanda, un anello che permette di girare tutta l'isola toccando i punti più importanti.
Ma quest'anno, noi non siamo qui per lei, bensì proprio per andarci ad infilare in quei luoghi dove, forse, potremo vivere la vera Islanda. Quei luoghi più lontani dalle comuni rotte turistiche, meno attrezzati, forse meno apparentemente allettanti, ma per noi estremamente intensi e densi di significato.
Ed è per questo che dopo essere riuscito a sorpassare la lunga fila di camper sbarcati anche loro dalla Norrona, nello svoltare a destra e vedere loro invece svoltare a sinistra, mi sale quel sospiro che sa di liberazione interiore nel comprendere che, finalmente, siamo soli, Gisella, la moto, la tenda ed io.
Già.....la tenda.
Non un banale ed inoperoso accessorio, bensì una casa, una dimora, un rifugio dove passare le notti in questa terra non propriamente.....facile.
La scelta della miglior tenda ha richiesto intensi studi e dibattiti familiari nei mesi precedenti la partenza.
Pur avendone già una nutrita collezione, e non soddisfatti dell'ultimo acquisto effettuato in primavera proprio con lo scopo di poterla testare con cura prima della partenza, con un colpo di coda, un ultimo rantolo di shopping online, decidiamo di acquistarne un'altra, più leggera, più tecnica, più facile da montare ma sopratutto, più piccola.
Ed è proprio con questo ultimo aggettivo, piccola, che Gisella ed io ci scontriamo la prima sera.
La temperatura è di 6 gradi, piove, siamo in riva ad un lago ed il vento che ci schiaffeggia è freddo.
Avremmo necessità di poterci lanciare in tenda velocemente, cercando di non bagnare i già umidi sacchi a pelo, poterci togliere le calze fradice e coricarci al caldo.
Invece, troviamo una tettoia di riparo, è sotto di essa iniziamo a definire singolarmente ogni piccola e delicata fase della svestizione, dell'accesso in tenda, del posizionamento di noi stessi e di ogni nostro indumento.
Definita la strategia, passiamo all'attacco.
Assaltiamo la tenda come degli indiani ai tempi del far west, Gisella apre la cerniera, io mi libero degli stivali, mi sfilo i pantaloni, la giacca e mi lancio come Udinì nel micro sarcofago nuovo di zecca.
Gisella da fuori nel frattempo aveva già guadagnato tempo, ed anche lei si tuffa nella parte che compete al secondo occupante della tenda.
Stretti come due sgombri in un scatoletta, ruotiamo il capo a guardarci, forse l'unico gesto libero che la tenda permette, ci sorridiamo e scoppiamo a ridere come due bambini al campo estivo.
La nostra nuova tenda si chiama Micra.....e forse avremmo dovuto dare maggior peso almeno al nome.
Però ha un grande punto a favore, è gialla.....il che significa che anche quando fuori piove, dentro pare che vi sia il sole.
Diciamo che rende allo spirito ciò che toglie al corpo.....
La vera notte non arriva mai a queste latitudini. Pur non essendo sopra il circolo polare artico, il buio della notte è sostituito da un tenue imbrunimento del cielo, per poi ricominciare ad illuminare il giallo della nostra tenda e di conseguenza il finto sole che in essa pare sorgere.
Ci rimettiamo in marcia e saliamo verso i fiordi, muovendoci lentamente sulle strade, spesso sterrate, che portano a nord. Di fronte a noi il mare del Nord, e più il la seppur non visibile, la Groenlandia.
Un vento gelido ci sferza la moto, entra sotto il casco, gela i denti a causa di quel nostro sorriso disperato di grande immenso piacere nell'essere qui.
Di tanto in tanto ci fermiamo a goderci quello spettacolo che solo la natura può architettare.
E nel nostro modo di pensare, di vivere e di essere, il fatto di essere soli, lontani da un mondo artefatto, ci aggrada più di qualsiasi altra cosa.
Per questo, ma non solo, essere seduti su uno scoglio ad osservare il nulla di fronte a te, senza suoni che non siano altro che l'ululare del vento artico, senza colori che non siano altro che il blu dell'oceano ed il blu del cielo, ha per me un significato di grande profondità.
Regalarmi quel mazzolino di minuti, ogni tanto, solo per me, per il mio respiro per il mio cuore, per il mio essere.
Un regalo che, scopriamo stamattina, non siamo i soli ad apprezzare.
Appollaiate su alcuni scogli di fronte a noi, quasi come delle turiste sulla spiaggia, vi sono un gruppo di foche.
Un po' tutte assumono una posizione ricurva, tenendo il capo e la coda sollevate da terra.
Ci guardano così come noi guardiamo loro.
Noi stupiti, meravigliati.
Loro, stanche ed affaticate.
Noi assiderati e con tutto il possibile addosso.
Loro invece....in attesa del freddo inverno.
Quei momenti, quegli istanti, così come mi sono ripromesso di fare, ogni piccola frazione di quel grappolo di minuti, l'ho respirata e vissuta nella sua interezza.
Questo voglio, essere colpito dal vento freddo del nord, partito da chissà dove, caricandosi di gelo sul ghiaccio della Groenlandia, scivolando per centinaia di chilometri sulle onde dell'oceano, per poi, fra sette miliardi di visi.......colpire il mio !
Potrei non ringraziare per questo ?
Ciao ragazzi, buon giro, vi seguiamo dalla Spagna e dal Portogallo. Sapete che l'Islanda era la nostra mèta prefissata di quest'anno? Poi abbiamo rivisto i piani e scelto paesi più caldi. Dopo l'Iran abbiamo "rischiato" di incontrarci anche nel 2015. Come è piccolo il mondo....
RispondiEliminaBuon proseguimento!!