mercoledì 12 agosto 2015

Islanda - Storm

In questi anni di viaggi, di blog, di racconti e di foto, abbiamo sempre cercato di diffondere in etere la bellezza dell'essenza dello spostarsi con un mezzo come quello da noi preferito, la moto.
Abbiamo lottato contro il parere di molti, contro i pregiudizi per le due ruote, la sua pericolosità intrinseca e non ultima, il suo discutibile comfort .
Ci sono stati però dei momenti, come quello odierno ad esempio, che noi per primi avremmo avuto necessità di qualcuno che ci sostenesse e ci spingesse a credere nel nostro verbo, a non mollare, a sorridere sempre sebbene da sotto un casco gelato si fatichi a vedere.
Promontorio del Ghiacciao Snaefellsjokull ( per riuscire a scriverlo me lo sono fatto dettare da Gisella... ) ore 8 locali, smontiamo la tenda e cerchiamo di piegarla lottando contro un vento che ce la strappa dalle mani.
La signora del campeggio ieri sera ci aveva avvisato, domani è allerta meteo per una tempesta di vento e pioggia, il traffico dei camper e delle roulotte è vietato per questioni di sicurezza. Non c'è il divieto per per le moto, ma solo perché non è un mezzo molto comune in Islanda " take care, tomorrow will be very dangerous ".
Queste parole, dette da una islandese che, nonostante i sei ( 6 ) gradi di temperatura esterna se è va in giro in maniche corte, ci hanno fatto pensare.
A lungo, questa notte, nella nostra micro tenda, battuta dal vento, piegata come una spiga di grano su se stessa tanto da renderla ancor più piccola ed invivibile di quanto già non sia, abbiamo meditato.
Stamattina decidiamo di non sfidare la sorte e, anziché muoverci lunga la costa sud del promontorio, risaliamo la parte nord, sino all'imbocco di una pista sterrata che dovrà permetterci di arrivare a Pingvellir, luogo famoso in quanto vi risiede ben visibile la faglia che divide il continente Europeo da quello Americano.
La pista è resa viscida dal fango generato dalla pioggia, dal famigerato "tolue ondulè" ovvero il susseguirsi di piccoli avvallamenti seguiti da altrettanto piccoli dossi ed il vento impetuoso, quasi ci impediscono di procedere.
La moto oscilla, scivola, la ruota anteriore saltella mentre il vento, con uno schiaffo la sposta.
Rischiamo di cadere più volte, ma non molliamo, non lo facciamo mai e non lo faremo ora.
La pioggia inizia a scendere violenta subito dopo l'attraversamento di una zona di deserti vulcanici.
Dopo circa un centinaio di chilometri, raggiungiamo il primo avamposto di civiltà da quando abbiamo lasciato il campeggio.
Vi è un piccolo bar, un televisore che, come fossimo se in guerra, ripete a ciclo continuo sempre le stesse due notizie, sottotitolate in Inglese.
" Allerta meteo !!! Sull'Islanda del sud ovest si sta avvicinando una tempesta di vento e pioggia violentissima. La sua forza non è da sottovalutare. Il suggerimento a chi volesse mettersi per strada con mezzi come Camper, roulotte o piccoli fuoristrada è di non farlo. La strada per Askja risulta chiusa a sud mentre a nord, causa livello acqua nei guadi, risulta estremamente pericolosa."
Chiusi dentro quel bar e circondati dal l'imminente tempesta, Gisella ed io apriamo la cartina stradale sgualcita e umidiccia alla ricerca di una soluzione. 
Notiamo una strada che potrebbe portarci fuori dalla tempesta, ma occorre sbrigarsi, le piante fuori ondeggiano sino a far toccare le loro chiome in terra.
Alcuni passanti Islandesi, seppur abituati all'inclemenza di questi luoghi, corrono piegati in avanti cercando di vincere il vento.
Noi ci vestiamo all'interno, indossiamo tutto ciò che abbiamo di impermeabile e ci lanciamo fuori.
Salgo sulla moto ed a fatica riesco a sorreggerla da fermo.
Folate di vento improvvise mi spingono sul lato sinistro come se avessi un lottatore di Sumo seduto sulla spalla.
Gisella salta veloce sulla moto e mi incita a partire " vai, vai...."
Ingrano la prima marcia, poi la seconda, guadagno la strada e con essa la corsia di destra.
Percorriamo qualche chilometro, piegati su noi stessi come se stessimo sterzando in realtà stiamo viaggiando su un rettilineo.
Ad un tratto, come una mano che schiaffeggia una zanzara scagliandola lontano, una violenta raffica di vento ci prende sul fianco destro, quasi mi strappa il manubrio dalle mani sterzandomelo a sinistra,la moto si piega, invadiamo di colpo la corsia opposta.
Gisella urla nel casco con un impulsivo gesto di spavento.
Io drizzo la moto, la riporto nella corsia di mia competenza, ringrazio chi di dovere e......dopo essermi schiarito la voce pongo a Gisella una domanda che sa un po' di resa " e se ci fermassimo qui per stanotte ? ".
Ne convengo anche io, mi risponde Gì, anch'essa dopo essersi schiarita la voce.
Detto ciò......
Devo ammettere che scrivere questo post, comodamente seduto su un divanetto di una casetta in legno, affacciato alla finestra ad osservare che la nostra moto, parcheggiata qui di fronte, non venga scaraventata a terra dalle folate di vento persistenti, dopo aver fatto una sauna, cenato comodamente seduto a tavola e magari più tardi dormire in un letto anziché nella micro tenda.....tutto ciò dicevo, a volte non ha prezzo !
E se a volte, causa la mia senile irrequietezza, non vorrei doverlo ammettere......oggi, pur faticando....lo dico: Welcome Storm !!!!






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