domenica 16 agosto 2015

Islanda - Ti seguirò sino in capo al mondo

Quest'anno, nel decidere la meta delle nostre vacanze, abbiamo utilizzato lo stesso metodo che da tempo ormai amiamo seguire.
L'ultima notte del vecchio anno, mentre affievolendosi lascia spazio al primo giorno del nuovo anno, Gisella ed io incrociamo i nostri pensieri, i nostri desideri ed i nostri sogni, mettiamo tutto dentro ad un immaginario contenitore ed estraiamo la scelta finale.
Indipendentemente dal fatto che il " sorteggio " abbia poi deciso per l'Islanda, un pensiero comune o forse ancor più una necessità di entrambi era di non definire un vero e proprio progetto di viaggio, bensì lasciare che qualcosa ci guidasse lungo direzioni sconosciute alla ricerca di una sola cosa, solitudine !
Così partiamo alla volta di questo luogo che nel suo essere comunque vicino, geograficamente parlando, alla nostra realtà di tutti i giorni, si presenta agli occhi di chi vi arriva da fuori come un luogo remoto, spesso apparentemente inospitale, desertico, battuto da venti gelidi e costanti, d'estate freddo come l'ultimo ripiano del mio frigorifero di casa con temperature mai al di sopra dei 10 gradi.
Eppure, eppure.....un qualcosa di magico ci attirava di nuovo qui, qualcosa che non è facile da spiegare per chi magari a casa, osservando foto di gente imbacuccata, nebbie basse e cieli argentei si pone e, magari a volte senza ritegno, ci pone la domanda " ma perché ?".
Un perché, descrivibile con una parola, non so se esista.
La meraviglia magnetica di questo luogo non risiede nascosta dietro una parola o una frase.
La trovi invece dietro ogni curva di una strada che sembra appoggiata su un pianeta che non è il tuo, la trovi cercando con lo sguardo di arrivare laggiù dove credi che il mondo finisca ed invece, sgranando gli occhi, ti accorgi che sarà ancora più bello.
Quindi riparti, lotti contro il vento che ormai quasi è divento un tuo amico, appoggi la moto su di lui, lasci che soffi forte così da poterti godere la magia delle onde che sbattendo su di esso si arrendono aprendo i loro lembi come fuochi d'artificio naturali.
Ti fermi quindi, lasci la moto sulla strada tanto sai che non passerà nessuno perché nessuno oltre a te in quel momento è lì, seduto su una panchina di un rifugio arancione come tanti altri in Islanda per fornire due tipi di servizi, essere un monito per i viaggiatori nel ricordare che qui....non si scherza con la natura ed anche, per dare una sosta a chi spostandoti da un luogo all'altro si imbattesse in tormente.
Ti godi la ragione per la quale hai deciso, forse contro natura ma non contro te stesso, di viaggiare per cercare di essere solo, magari anche per capire chi sei davvero, o forse cosa vorresti essere.
Noi viaggiamo, ci spostiamo e spesso fuggiamo.
Siamo partiti da casa senza sapere cosa avremmo seguito, quale magica ispirazione.
Oggi, giorno di ferragosto, anche noi vorremmo festeggiare di fronte al brillare del fuoco d'artificio più grande che esista, quello che ci da la vita, quello che madre natura ha deciso di regalarci non solo un giorno all'anno ma lasciare che esso splenda sempre, magari talvolta nascosto ma sempre presente.
Ecco allora che per fuggire ad una tempesta di pioggia e vento che ci ha messi a dura prova nei giorni scorsi, fuggiamo, corriamo, decidiamo di attraversare tutta l'Islanda da sud a nord mangiandoci il fango della strada sterrata che collega le due estremità passando per un luogo già visto ma sempre, energeticamente mozzafiato, Kjolur !
È una zona geotermica, come tante in Islanda, ma posta nella parte centrale, pizzicata fra due ghiacciai è situata a circa 700 metri di altitudine.
Viaggiamo sotto una pioggia che, cadendo in terra alimenta l'aumentare del fango e fa crescere il livello di acqua.
Dopo circa 440 chilometri, stanchi ed affamati, le luci del giorno si affievoliscono, le temperature si irrigidiscono ulteriormente ed il vento inizia ad essere davvero violento.
Raggiungiamo un paesino, Bakkafjordur, un luogo che se volessi usare un tipico modo di dire sarebbe " dimenticato da Dio", in realtà tolto il fatto che si tratta del paese più piccolo d'Islanda, che l'ufficio postale è una buca delle lettere, che l'unico negozio del paese ( nel raggio di 60 chilometri di strada sterrata ) è aperto solo il martedì ed il giovedì dalle16 alle 18.......tolto questo dicevo, madre natura ha fatto il resto.
Montiamo la tenda in un prato a ridosso del mare.
Il tipico cartello indicante una tenda simboleggia che quel'appezzamento dovrebbe essere un campeggio, ma siamo soli, nessuna traccia di persone in giro per il paese, tutto fermo, tutto silenzioso, tutto immobile.....tranne il vento.
Vi sono delle strane barriere di legno qua e là nel prato.
Le studiamo.....cerchiamo di capirne il significato, poi capiamo.
Il vento è talmente forte e costante che tutto il paese è costruito in modo da avere sempre un qualcosa che funga da barriera anti vento. 
Proviamo a rannicchiarci dietro ad una di queste è la situazione in effetti migliora seppur restando ancora critica per pensare di poter passare la notte.
Ecco allora che scatta la tecnica di chi deve....sopravvivere.
Abbiamo con noi un telo, generalmente lo utilizziamo da mettere sotto la tenda per limitare gli effetti dell'umidità, in realtà si tratta di un foglio rettangolare di stagnola utilizzato dai pronto soccorso stradale ( speriamo mai ) per soccorrere un ferito.
Gisella ed io ne afferriamo i quattro cantoni, lui in un attimo si gonfia come un aquilone e si spiattella contro la barriera di legno.
Il rifugio per la notte è pronto, stanchi ma tecnicamente soddisfatti ceniamo e solo dopo, finalmente, chiudiamo il vento fuori dalla tenda per dormire.
Il mattino, un po' gelati come se avessimo dormito al campo base dell'Everest, ripartiamo verso nord, viaggiamo veloci.....abbiamo un appuntamento !
Vi è punto in Islanda, il più a nord, che per poche centinaia di metri non tocca l'immaginaria linea del circolo polare artico.
In quel luogo, vogliamo arrivare entro sera.
Esattamente su quelle zolle di terra bagnate dagli schizzi delle onde del mare vogliamo montare nuovamente la nostra tenda, entrarvi dentro e silenziosamente lasciare che il frastuono del mare ci accompagni nel sonno affinché al mattino si possa essere riposati e pronti per incontrare lui, il nostro amico......il sole !









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